Allattamento al seno: mastite e ingorgo mammario
Nella prime settimane successive alla nascita, mamma e bebè prendono confidenza con le poppate e il seno “impara” a calibrare la produzione di latte in modo da rispondere al meglio alle esigenze del bimbo che è nato.
In questa fase di rodaggio, può capitare che si verifichi qualche piccolo intoppo iniziale e che la mamma debba fare i conti con un ingorgo mammario o con una mastite.
La condizione di ingorgo mammario è clinicamente un ristagno di latte nei dotti galattofori e negli alveoli ghiandolari con un aumento della pressione endocanalicolare del latte.
Questo fenomeno provoca a sua volta una stasi venosa e linfatica e, spesso, una involuzione delle cellule secretrici del latte con conseguente diminuzione della produzione. La causa principale del problema è spesso che la suzione del lattante non basta a svuotare il seno. La mammella appare tesa, dolente, dura. L’ingorgo mammario può predisporre a mastite con comparsa di febbre anche elevata.
La terapia dell’ingorgo mammario prevede la spremitura manuale o meccanica (tira-latte) del seno: ciò può essere fatto regolarmente prima di ogni poppata in modo da ammorbidire parzialmente la mammella e favorire la suzione efficiente del lattante.