La detersione del neonato
La cute del neonato è caratterizzata, microscopicamente, rispetto all’adulto, da un’epidermide più sottile, mentre il derma si presenta normale.
Fino al terzo mese di vita, è sotto l’influenza degli ormoni androgeni materni e parzialmente di origine fetale. Mentre dopo l’ottava settimana, le ghiandole sebacee vanno incontro a un riposo funzionale fino alla pubertà.
Il rapporto tra la superficie cutanea e il peso corporeo, che è maggiore alla nascita, tende a diminuire progressivamente durante l’infanzia, per cui aumenta l’assorbimento di sostanze che possono essere assorbite attraverso la cute.
La detersione ha lo scopo di asportare le sostanze che derivano dall’ambiente esterno i detriti tissutali, quali le cellule cornee desquamanti. La pulizia della cute comporta la necessaria rimozione anche di parte del film idrolipidico stesso, sono possibili effetti non voluti quando la detersione risulta aggressiva o troppo frequente.
I principali problemi dermatologici connessi alla detersione sono l’azione delipidizzante, le modificazioni del pH, le possibili azioni sulla flora cutanea, le alterazioni dello strato corneo, la disidratazione con aumento della TEWL, l’azione irritante e la possibilità di sensibilizzazione; condizioni che, invece, favoriscono la crescita microbica sono la macerazione e l’occlusione.
È necessario prestare attenzione nell’impiego di detergenti che contengono fattori NMF-simili. Quelli più adatti devono rispettare l’acidità della pelle del bambino, essere estremamente delicati, considerare la facile irritabilità e la fragilità cutanea.