L’Inquinamento
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel 2012, a livello mondiale, un decesso su quattro sia da attribuire ad un ambiente sfavorevole e che questo contribuisca allo sviluppo di più di cento patologie. Di fronte all’inquinamento i bambini sono da considerare a rischio sia per gli effetti a breve termine sia per le ripercussioni a lungo termine; si stimano siano un milione e 700 mila ogni anno le morti nell’età <5 anni causate da fattori ambientali modificabili, che quindi si potrebbero prevenire migliorando l’ambiente di vita.
In Europa, secondo l’OMS, circa un terzo delle malattie infantili (0-18 anni) è da riferire a un ambiente insalubre o insicuro.
L’esposizione all’inquinamento non colpisce soltanto l’apparato respiratorio e l’apparato cardiovascolare, ma si ripercuote anche a livello cutaneo.
Nelle ultime tre decadi si è infatti registrato un vero e proprio boom di patologie dermatologiche infantili, che nelle zone più industrializzate appaiono raddoppiate e addirittura triplicate numericamente.
Le sostanze che compromettono la qualità dell’ambiente si possono dividere in inquinanti outdoor e inquinanti indoor.
Gli inquinanti vengono classificati anche in base allo stato fisico. Allo stato gassoso penetrano con facilità nel sistema respiratorio, ma se idrosolubili, si depositano rapidamente nelle alte vie respiratorie senza riuscire a raggiungere le vie più profonde. Allo stato solido, o in fase liquida sospesi nell’atmosfera, gli inquinanti hanno dimensioni che spaziano su un ampio range, che va da 1 nm a 100 µm. Tra gli inquinanti allo stato solido, particolare importanza rivestono le particelle con diametro inferiore a 2,5 µm, perché sono in grado di penetrare più in profondità nelle vie aeree. Tra gli inquinanti indoor figurano il fumo passivo e il fumo secondario (quello rilasciato dalle sigarette lasciate consumare nel posacenere o tra le dita). L’esposizione fetale e infantile al fumo di tabacco influisce negativamente sui sintomi dell’asma già nella prima infanzia, e potrebbe aumentare la vulnerabilità agli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico.
È noto che l’esposizione al fumo di tabacco durante la gravidanza e nei primi anni di vita aumenta il rischio di wheezing nei bambini.
Se è vero che i nostri bambini sono lontani dalle condizioni estreme in cui vivono altri loro coetanei nel mondo, è comunque fondamentale aiutarli a crescere in un ambiente che sia il più possibile sano, per cercare di limitare molte malattie croniche.
In questa direzione, il compito del pediatra e degli altri professionisti dell’infanzia deve essere di fornire la più corretta educazione sugli stili di vita “sostenibili”, per lasciare a quelli che saranno gli adulti del futuro un mondo più equo e salutare.