La stipsi in età pediatrica
La stipsi è un disturbo molto diffuso in età pediatrica e costituisce uno dei problemi più comuni che il pediatra si trova a gestire nel suo ambulatorio. Rappresenta infatti il motivo di consultazione del pediatra nel 3% dei casi e del gastroenterologo pediatra nel 25% dei casi. In base ad una revisione sistemica della letteratura, la stipsi raggiunge il picco maggiore tra i 5 e i 6 anni di vita, sebbene la problematica possa interessare qualsiasi età. È stimato che nel 17-40% dei bambini la stipsi si presenti nel primo anno di vita. La maggioranza degli studi non riporta significative differenze, in termini di prevalenza tra i maschi e le femmine. La stipsi, caratterizzata da evacuazioni poco frequenti e/o dolorose, incontinenza fecale e dolore addominale, può compromettere la qualità della vita e causare un significativo stress psicosociale nel bambino e nella famiglia.
La fisiopatologia della stipsi funzionale è multifattoriale e non completamente nota. La predisposizione genetica, una condizione socioeconomica sfavorevole, un inadeguato intake di fibre, un insufficiente apporto di liquidi e la scarsa attività fisica, sono elementi che possono condizionare l’insorgenza della stipsi funzionale. Si ritiene inoltre che tale condizione possa instaurarsi anche a seguito di un cambiamento della dieta o del tipo di latte assunto.
Molti lattanti iniziano infatti a presentare un alvo stitico con la sospensione dell’allattamento al seno, con l’introduzione di una formula artificiale o con l’inserimento degli alimenti solidi nella dieta. Anche lo svezzamento dal pannolino o le situazioni ambientali/familiari stressanti per il bambino sembrano rappresentare possibili cause dell’insorgenza della stipsi funzionale. Un fattore determinante e frequente in età pediatrica è la ritenzione volontaria delle feci, che generalmente segue un episodio di evacuazione dolorosa. La ritenzione delle feci comporta l’assorbimento dell’acqua contenuta nella massa fecale a livello del retto e la formazione di feci abbondanti, dure e difficili da eliminare.
La terapia della stipsi funzionale prevede in primo luogo la rimozione dell’ingombro fecale, responsabile degli episodi di incontinenza ed encopresi. La rimozione del tappo di feci viene eseguita con clisteri evacuanti o con terapia orale a base di lassativi. Questi sono di due tipi: osmotici (lattulosio e Peg) e stimolanti (ad esempio senna o glicerolo).
Il lattulosio è un disaccaride sintetico che viene fermentato nel colon e che, grazie alla creazione di un gradiente osmotico, incrementa il quantitativo di liquidi nel lume intestinale.
I lassativi stimolanti non sono raccomandati per l’utilizzo protratto in età pediatrica.
L’uso dei lassativi dovrebbe essere continuato per diverse settimane dopo il raggiungimento della regolarità intestinale. Prima di interromperli è necessario ridurne con gradualità il dosaggio.
In concomitanza con l’utilizzo dei lassativi è importante incoraggiare una dieta bilanciata ricca di frutta e verdura con abbondante apporto di liquidi.
Le fibre assunte con la dieta sono fondamentali non solo per prevenire l’insorgenza della stipsi, ma anche per il suo trattamento. Alcuni studi hanno documentato effetti favorevoli sulla stipsi funzionale di integratori contenenti fibre prebiotiche, come psillio e acacia, che hanno dimostrato di favorire la regolarità del transito intestinale e la formazione di feci morbide, specie in associazione con i probiotici.
È riportato che l’utilizzo di miscele di fibre presenta un’efficacia comparabile a quella del lattulosio nel trattamento della stipsi cronica funzionale, specie nel bambino di età inferiore ai due anni.